Lettera all’Adige in risposta all’articolo sull’inappropriatezza dei codici RAO

Invece che chiedere continuamente ai medici di base l’appropriatezza prescrittiva sarebbe forse più utile che la Provincia chiedesse all’APSS l’appropriatezza di certi studi statistici come quello effettuato secondo il monitoraggio interno effettuato dagli uffici di V. Degasperi e ripreso sul Vs articolo a pg.23 dell’Adige di oggi, in riferimento all’inapropriatezza delle prescrizioni in RAO a carico dei medici di famiglia.

Nulla si dice invece dell’innapropriatezza prescrittiva  delle prescrizioni con RAO che dovrebbero emettere, al posto dei medici di medicina generale, gli stessi specialisti ambulatoriali, secondo quanto previsto dalla circolare assessorile del 2012, n.76799 dell’8 febbraio 2012, conseguente alla Delibera di Giunta n.1071 del 7 maggio 2010, mai applicata;

Stigmatizziamo poi  l’odiosa abitudine dell’APSS di far segnalare allo specialista l’incongruenza del medico di famiglia senza tenere conto di quanto sopra citato, determinando un uso improprio dei nostri accordi provinciali che stravolgono l’etica professionale ed aumentano le difficoltà di integrazione ospedale territorio di cui tanto si parla ma nulla si mette in pratica da parte aziendale.

In qualità di rappresentante del sindacato maggiormente rappresentativo della medicina generale tengo quindi a precisare che sicuramente, dopo sei mesi di attesa per mancanza di specialisti sul territorio, il nostro paziente ha un RAO, evidenziato dallo specialista, difforme da quello messo in partenza dal proprio medico curante.Così, per il 32% delle visite gastroenterologiche, un paziente in RAO B per gastrite, dopo sei mesi o è stato curato o il paziente è deceduto per emorragia gastrica;per il 28% di quelle fisiatriche , un paziente in RAO B o viene curato entro una settimana, o dopo sei mesi si è già curato in altre maniere, oppure lo si ritrova su una sedia a rotelle impossibilitato a muoversi, come è capitato ad una mia paziente! e così via.

Quindi, in attesa che l’APSS lavori sull’attuazione dell’accordo da poco firmato in Assessorato con il sottoscritto, riguardante le aggregazioni funzionali che filtreranno sul territorio tutte le patologie croniche oggi inviate agli specialisti, consigliamo la stessa

  1. di aumentare il numero degli specialisti ambulatoriali di ogni branca anche al pomeriggio e nei prefestivi, tenuto presente che a tutt’oggi, ad esempio come endocrinologo sul territorio c’è solo un medico specialista pèr 520.000 potenziali clienti! E per di più che lavora solo a Pergine e Trento;(il sottoscritto, attualmente lavora gratuitamente più come endocrinologo che come medico di base!)
  2. di sgravare gli specialisti dalle migliaia di richieste, a cui è obbligato per Legge il medico curante, per il rinnovo dei tiket per esenzione patologie croniche, magari dandole in carico agli ufficiali distrettuali;
  3. di aggiornare le direttive RAO impartite alle softerhouses dei medici di base, depositarie dei programmi RAO, autorizzate dal Centro elaborazione dati dell’APSS di Trento, che si autogenerano quando il medico prescrive informaticamente l’impegnativa senza che egli possa intervenire direttamente sulla appropriatezza della parola chiave stessa;
  4. di formare i medici di medicina generale alle direttive ed all’applicazione del manuale RAO, magari revisionando la procedura operativa dell’ultimo fermo al maggio 2012;
  5. di comprendere che non unici ad essere danneggiati, in questo momento, sono anche i medici di base che si vedono revocare continuamente le iscrizioni dei cittadini, laddove si ostinano a prescrivere secondo manuale il metodo RAO corretto, rimettendoci anche lo stipendio, per i consigli non appropriati dati agli sportelli prenotazioni dal personale amministrativo agli stessi pazienti

Altrimenti dovremo amaramente concludere anche visto l’unico endocrinologo ambualtoriale interno oggi a tempo indeterminato nell’intera provincia di Trento, che all’APSS interessa che gli stessi cittadini scelgano il privato piuttosto che il pubblico.