Lettera al quotidiano Trentino

Caro Direttore, in relazione al manifesto dei medici di famiglia delle Giudicarie, in difesa del loro ospedale di Tione, mi corre l’obbligo  interrogare l’Assessora competente se prima di parlare con le ostetriche abbia mai provveduto a tracciare un profilo sanitario della popolazione di quell’ambito territoriale, disegnatone i fattori epidemiologici,mappato i rischi, l’età anagrafica, i bisogni di salute dei residenti di quella comunità, i flussi di accesso alle strutture,la casistica storica in urgenza ed emergenza, anche rapportandoli ai periodi stagionali turistici, o i flussi alle strutture residenziali o a quelli della mobilità passiva?Ed ancora le competenze professionali del personale medico, infermieristico e tecnico, le infrastrutture territoriali che non siano solo eliportuali, le strade di accesso, i trasporti, la vicinanza o meno ad altri ospedali più grandi?La nostra impressione è che la riconversione ad Arco o la ventilata chiusura oggi di una ginecologia di Tione piuttosto che di una Chirurgia a Borgo o la Pediatria a Cavalese,per non parlare degli stessi laboratori d’analisi di valle, e, domani, di tutti gli ospedali trentini con meno di 120 posti letto, non sia dovuta all’esigenza di modificare l’offerta assistenziale e renderla più appropriata e coerente alle necessità delle comunità di valle, come ipotizzato da Rossi ed ancora mai espresso dalla Borgonovo Re neppure nella sua campagna elettorale, bensì alle esigenze di “tagliare” 145 milioni di euro dal 2011 al 2013 per contenere la spesa sanitaria che dovrà necessitare per le nuove strutture sanitarie di Trento città.Vale a dire una operazione dettata dal Governatore piuttosto che dall’Assessorato, che costringe alla chiusura mediante la restrizione o negazione di risorse che venivano ipotizzate sul territorio( 1.200.000 euro).In pratica una condanna a morte per anemia di un ospedale, contro la cui esecuzione si stanno mobilitando, in ordine sparso, le piccole popolazioni di valle,le istituzioni locali e, perchè no, gli stessi medici del territorio privati sia dell’ospedale che delle loro aggregazioni. Venendo così ad innescare solo un braccio di ferro il cui risultato dipende in gran parte dal livello di forza politica e dagli interessi elettorali appena conclusi. In poche parole si dimostra l’inconsistenza attuale della forza della politica della Comunità rispetto alla forza della Giunta Provinciale. Non possiamo rimanere in silenzio dinnanzi a tale restrizione o negazione di risorse periferiche, che vanno man mano aumentando come dimostrato dalle direttive sui punti nascita,comportando dei problemi di sicurezza non solo per gli utenti ma anche per gli operatori sanitari che non possono migrare a Trento e Rovereto. Non è da oggi che denunciamo pubblicamente lo stato di grave insofferenza in cui si trovano molti dirigenti medici dell’ospedale di Borgo, di Tione, di Arco, e non solo,obbligati dalle circostanze a centinaia di ore di straordinario non pagate, part time non rispettati;per non parlare delle soppressioni di guardie attive notturne piuttosto che negazione di posti vacanti a tempo indeterminato in vari settori strategici compresi i pronto soccorsi e le radiologie; nel non rispetto di regole certe che per prime vengono stravolte dalla stessa Direzione Generale aziendale. Bene ha fatto il dott.Luehwink a parlare di ambiguità, sfiducia e confusione nei nostri dirigenti medici. A tutto il personale di assistenza, insieme ai dirigenti medici di primo livello, viene addossata la responsabilità di esporsi ai rischi ed alle ambiguità, continuando ad effettuare prestazioni d’urgenza e in precarie condizioni fisiche e tecniche per non incorrere nella chiusura dei servizi con relativa mobilità in altre comunità.Diamo quindi un consiglio spassionato all’Assessora  che da lunedì prossimo sarà in tour nelle realtà di valle iniziando dall’Ospedale di Tione e dalla sua comunità: invece che pensare che siano le risorse (poche) in termini monetarie disponibili a condizionare il destino di un piccolo ospedale del trentino,siano le funzioni affidate a determinare l’adeguatezza delle risorse ed il mantenimento delle competenze necessarie. Perchè solo in questa operazione è insita la migliore attribuzione, gestione ed erogazione di risorse della nostra Provincia. L’attuale rapporto di,2,66 posti letto per 1000 abitanti, ben al di sotto della media nazionale(3.7%o), in caso di chiusura degli ospedali periferici risulterà, al contrario, di non facile praticabilità tenuto conto delle notevoli difficoltà che già oggi si incontrano a livello di pronto soccorso proprio per il reperimento di posti letto di ricovero per acuti lontano dalle sedi periferiche. Dato che si va ad aggiungere al permanere di una critica carenza di assistenza territoriale che si evince dalla diminuizione di ADI,ADP e soprattutto dal freno alle aggregazioni territoriali che l’Azienda per il tramite del suo Direttore Generale, al contrario dell’Assessorato alla salute, ha cercato, fin qui, di boicottare, nonché dalla riduzione dei costi per gli anziani in casa di riposo già oggi al lumicino per quanto riguarda lo stipendio (8 euro all’ora) di coloro, dirigenti medici, che dovrebbero certificarne la qualità di vita degli anziani in esse ospitati.Auguri di Buon Anno a lei e a tutta la redazione-Dr.Nicola Paoli-Segretario Generale Cisl Medici del Trentino